lunedì 25 luglio 2011

I Soliti ignoti

In questo momento di grossa crisi per la cultura in generale e il cinema in particolare vorrei ricordare una delle opere dirette dal regista, romano di nascita ma viareggino di adozione, Mario Monicelli e capolavoro assoluto di quel filone, sviluppatosi nella seconda metà degli anni cinquanta del '900, che viene indicato con il nome di commedia all'italiana.


Locandina originale del film

Vittorio Gassman nel ruolo di Peppe, un pugile balbuziente in disarmo, Marcello Mastroianni nel ruolo di Tiberio, fotografo che bada a suo figlio piccolo mentre la moglie è in prigione per contrabbando di sigarette, Renato Salvatori nel ruolo di Mario, perditempo bonaccione che si fa mantenere da tre vecchie, Tiberio Murgia nel ruolo di Ferribotte, siciliano geloso della sorella Carmela, interpretata da Claudia Cardinale, e Carlo Pisacane nel ruolo di Capannelle, stalliere dalla storica fame arretrata sono i protagonisiti de I Soliti ignoti, film diretto da Mario Monicelli nel 1958 e capolavoro della commedia all’italiana.
Questi personaggi formano una banda di cinque ladruncoli che, istruiti da Dante Cruciani, interpretato da Totò, sulle tecniche dello scasso, decidono di fare il colpo della vita: scassinare la cassaforte di un periferico Monte di Pietà. 
I cinque, penetrati in un appartamento attiguo al monte, sfondano una parete sperando così di entrare nella stanza dove si trova la cassaforte.
Sbagliano però parete e si ritrovano in una cucina dove si consolano mangiando un piatto di pasta e ceci che trovano su un tavolo e all’alba, avviliti, se ne vanno. 
Con questo film, scritto da Age, Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico, storici sceneggiatori e padri di molti capolavori del cinema italiano, e diretto da Mario Monicelli, il cinema comico diventa “cosa seria” e non solo espressione di gag estemporanee o di gestacci scontati. 
I soliti ignoti inoltre dà inizio alla stagione della commedia all’italiana, genere cinematografico capace di proporre film di straordinaria qualità. 
Uno dei punti di forza di questo film irresistibile è la caratterizzazione dei personaggi e la capacità di regista e sceneggiatori di rappresentare con molta ironia quel momento storico difficile che è stato per l’Italia il decennio che va dal 1950 al 1960. 
Con l’interpretazione di Peppe, uno dei protagonisti del film poi, Vittorio Gassman, noto fino ad allora per i classici che ha interpretato in teatro o per ruoli di cattivo, diventa finalmente anche attore comico.
In seguito continuerà su questa strada interpretando altri film ironici e spassosi come: La grande guerra, L’armata Brancaleone e Il sorpasso. 
Il lungometraggio, che è stato uno dei massimi incassi di quell’anno in italia, uno dei più grandi successi di Mario Monicelli e ha avuto e ha tuttora un grosso successo di pubblico e di critica, si è aggiudicato molti premi come la nomination all’Oscar come miglior film straniero nel 1958. 
Nel 1959 poi, gli seneggiatori Age, Scarpelli, Cecchi D’amico e Monicelli e l’interprete del film Vittorio Gasman si sono aggiudicati il nastro d’argento. 
Il grande successo di questa pellicola ha fatto sì che altri due seguiti e due remake americani fossero girati.
Nel 1959 infatti, attirato da facili e garantiti guadagni, Nanny Loy gira il seguito dell'opera di Monicelli dal titolo Audace colpo dei soliti ignoti con Manfredi al posto di Mastroianni e senza Totò.
Nel 1985 Amanzio Todini dirige un altro film ispirato alla scalcinata banda di ladruncoli I soliti ignoti vent’anni dopo, sempre interpretato da Mastroianni, Gassman e Murgia.
Anche gli americani sulla scia del grande sucesso di questo film ne hanno fatto un remake nel 1984 dal titolo I soliti ignoti made in USA.
Un altro remake americano dei Soliti ignoti è Welcome to Collinwood, film uscito nel 2002 per la regia dei fratelli Anthony e Joe Russo e prima realizzazione della Section Eight, la casa produttrice di Steven Soderbergh e George Clooney.

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