mercoledì 23 ottobre 2013

Rango


Diretto da Gore Verbinski, regista di “The ring” e dei primi tre lungometraggi della saga “Pirati dei Caraibi”, sceneggiato da John Logan, che ha inserito nel film numerose citazioni di famosi capolavori del cinema di cow boy, e realizzato dalla Industrial Light And Magic, qui alle prese con l'animazione dopo numerosi ed eclatanti trionfi nel campo degli effetti speciali, “Rango” è un cartoon sui generis che si discosta in modo significativo dai consueti schemi con cui sono realizzate pellicole di questo tipo.
Lungometraggio di ambientazione western, molto ben realizzato, irriverente e divertente, narra le gesta di Lars, un camaleonte, con la passione per la recitazione, che sogna di essere un eroe.
Ma l'orizzonte di un terrario e il pubblico di una barbie senza testa né braccia e né gambe, un pesciolino di plastica e uno scarafaggio stecchito, non è adatto alle sue manie di grandezza.
Quando però la teca in cui vive viene sbalzata dall'abitacolo della macchina sulla quale viaggia, Lars, dopo una spassosissima passeggiata nel deserto del Mojave, si ritrova nella cittadina di Polvere, infestata da banditi e fuorilegge, e si vede costretto ad assumere, suo malgrado, il ruolo di Rango, pistolero infallibile le cui movenze ricordano il Clint Eastwood protagonista delle pellicole di Sergio Leone.
In questa veste riuscirà a salvare la popolazione di Polvere dalla siccità che attanaglia il villaggio e a coronare il suo sogno di diventare un eroe.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, la regia di Verbinski, che in questo frangente sembra alle prese con un film dal vero, è molto convincente e ricercata e il recupero del western, che passa anche attraverso l'evocativa colonna sonora curata da Hans Zimmer e le trovate visive di un direttore della fotografia competente come Roger Deakins, è molto congeniale a raccontare la storia di un insolito sognatore destinato a diventare una leggenda.
Altri particolari da mettere in evidenza poi, oltre alla forte connotazione stilistica di Johnny Deep, che nella versione originale gli presta anche la voce, presente nel protagonista sono: scenografie molto accurate, personaggi secondari ben caratterizzati sia graficamente che psicologicamente, citazioni che rivisitano tutti i luoghi comuni appartenenti alle varie epoche del cinema western e la tematica attorno alla quale si sviluppa tutta la trama filmica, la necessità, la disponibilità e lo sfruttamento dell'acqua.
Il tutto mescolato con brio, intelligenza, trovate comiche azzeccate e una sana vena cinica.
Concludendo possiamo affermare quindi che questo film, alternativa davvero valida alle pellicole del colosso Pixar, sia un prodotto davvero molto divertente che non predilige una sola tipologia di pubblico ma merita d'essere visto da tutti.

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