giovedì 20 marzo 2014

Nessun dorma

Una dei brani più belli e famosi della produzione operistica italiana che arriva direttamente dalle zone di cui sono originario.
Puccini ha infatti lo ha scritto nella sua casa di Torre del Lago.

Nessun dorma è una celebre romanza per tenore che fa parte della "Turandot".


È intonata dal personaggio di Calaf all'inizio del terzo atto.
Immerso nella notte di Pechino, in totale solitudine, il "Principe ignoto" attende il giorno nel quale potrà finalmente conquistare l'amore di Turandot, la principessa di ghiaccio.
La struttura della romanza è basata sull'alternanza tra strofa e ritornello.
Durante la strofa il canto del tenore non si espande oltre lo stile di un arioso e il discorso musicale è condotto dall'orchestra, le cui armonie, estremamente piccanti, sono addolcite da una timbrica diafana, basata sugli archi con sordina, arpa, celesta e legni.
La strofa sfocia senza soluzione di continuità in un ritornello costituito da una frase di otto battute basata su una melodia in Re maggiore di ampio respiro, costruita su versi novenari ben cadenzati, con gli accenti fissi sulle sedi quarta e ottava.
Il canto è reso espressivo dalle delicate dissonanze di seconda tra le note accentate, che coincidono con le sillabe pari, e gli accordi dell'orchestra.
Dopo una ripresa scorciata della strofa, di sole quattro battute, la melodia del ritornello viene intonata dal coro dietro la scena, che sostenuto dal tremolo degli archi riprende le parole del principe, mostrando il rovescio della medaglia, ossia rammentando le minacce di morte della principessa, qualora prima dell'alba nessuno fosse riuscito a scoprire il nome dello straniero "Il nome suo nessun saprà / E noi dovremo, ahimè, morir!".
Calaf completa la melodia con nuovo slancio e la romanza termina con una breve coda sulla parola "vincerò".
La voce del tenore tocca il Si acuto, ma l'impeto eroico è ammorbidito, alla maniera di Puccini, facendo scivolare la voce alla nota inferiore, mentre l'orchestra riprende a tutta forza la melodia principale in una tipica perorazione finale.
Il brano non conclude con una cadenza, bensì modula immediatamente nel successivo quartettino tra Calaf e le tre Maschere.
Per ragioni pratiche, quando la romanza è eseguita in forma di concerto, vi si aggiunge una sbrigativa e prevedibile cadenza finale, quanto mai lontana dallo stile dell'autore.
Libretto

Il principe ignoto
Nessun dorma!... Tu pure, o Principessa,
Nella tua fredda stanza
Guardi le stelle
Che tremano d'amore e di speranza.
Ma il mio mistero è chiuso in me,
Il nome mio nessun saprà!
Solo quando la luce splenderà,
Sulla tua bocca lo dirò fremente!...
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
Che ti fa mia!...
Voci di donne
Il nome suo nessun saprà...
E noi dovremo, ahimè, morir!...
Il principe ignoto
Dilegua, o notte!... Tramontate, stelle!...
All'alba vincerò!...

Spartito

Il principe ignoto
Nessun dorma! Nessun dorma! Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle
che tremano d'amore e di speranza...
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che ti fa mia.
Voci di donne
Il nome suo nessun saprà...
E noi dovrem, ahimè, morir, morir!
Il principe ignoto
Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!



Per chi volesse ascoltare la romanza nell’interpretazione di Luciano Pavarotti:
http://www.youtube.com/watch?v=RdTBml4oOZ8

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